sabato 27 giugno 2015

Istantanee: ore 21.30



Quella sera eravamo insieme, non da soli,ma insieme come semplici amici.
Seduti uno affianco all'altra, come due bambini, dondolavamo avanti e indietro su due vecchie altalene, ridendo per stupidate che probabilmente non ricordiamo nemmeno più.
Ricordo che mi dava la schiena, aveva il collo abbronzato che spiccava grazie alla maglietta bianca.
Avrei voluto riempirlo di baci quel collo, ma mi sono fermata a osservarlo;
I miei occhi passavano dalla nuca alla schiena, e incondizionatamente, il mio indice iniziò a scendere seguendo la colonna vertebrale, prima giù e poi su.
Sentivo il profumo dello shampoo mischiarsi con quello della sua pelle.
Lui parlava, forse per dissimulare, forse perchè era gia abituato a quel tipo di attezioni e non ne faceva nemmeno più caso.
Questo non potevo saperlo, ma sapevo fin troppo bene quanto lo sentivo mio in quelll'instante; quanto quel poterlo stringere mi dasse l'illusione di averlo ancora un po' per me.
Ne ero innamorata, pazzamente innamorata.
Era l'unico modo per spiegare tutto ciò che mi faceva provare.
Mi rendeva felice;
Ma non felice perchè fosse mio, anzi, era tutto il contrario, ma felice perchè c'era e basta.
So che potrebbe sembrare strano ma, era ed è tutt'ora così, quando si tratta di lui e di me niente è normale.
Non siamo normali quando litighiamo, quando non ci parliamo, quando cerchiamo in qualsiasi modo di attirare l'attenzione dell'altro, quando ci guardiamo negli occhi e restiamo così per secondi interi.
Non siamo normali quando ci vogliamo e non lo diciamo ne quando non ci vogliamo più.
Una volta una persona mi ha chiesto come facessi a vivere in questa instabilità, non sapendo se siamo e nel caso, cosa siamo.
Io penso semplicemente che non siamo.
Che prima lui ha cercato me e poi io ho cercato lui, in tempi e modi diversi.
Ma penso anche che non c'è cosa piu bella che  potessi fare.
Penso che i suoi baci mi rimarranno addosso.
Penso che non sia uno sbaglio, come pensa qualcuno.
Penso non ci fosse scelta migliore che potessi fare quando un pomeriggio di maggio decisi di uscire di casa e andargli incontro.
Penso che certe persone per quanto possano farti soffrire occupino un posto e un luogo speciale del nostro cuore, per diversi motivi;
Penso che se il Destino ha scelto di metterci l'uno sul cammino dell'altro ci sia un motivo, indipendentemente dal modo in cui si concluderà questa storia.
E infine penso che un po' mi abbia insegnato ad amare, perchè si, io un po' lo amo.